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Trattamento automatizzato dei dati: firmato il Protocollo emendativo della Convenzione 108

E’ stato firmato ieri dall’Italia il Protocollo emendativo della Convenzione 108 sulla protezione degli individui rispetto al trattamento automatizzato dei dati personali.

Ad oggetto del Protocollo, il rafforzamento di obblighi e diritti in merito al trattamento automatizzato dei dati; tra le novità “il rafforzamento degli obblighi del titolare tra cui il principio di accountability, una maggiore trasparenza nei trattamenti, la valutazione preventiva dei rischi del trattamento, i principi di privacy by design e by default, la notifica dei data breach….l’ampliamento dei diritti degli interessati, compreso il diritto a non essere soggetto a decisioni puramente automatizzate e a conoscere la logica del trattamento“.

Il protocollo, firmato presso il Consiglio d’Europa, è aperto ad un ampio numero di Paesi, inclusi quelli che non fanno parte del Consiglio d’Europa.

Ricordiamo che la Convenzione 108 (Convenzione di Strasburgo del 1981) è l’unico strumento giuridicamente vincolante a livello internazionale per il trattamento automatizzato dei dati, effettuati sia nel settore privato che pubblico, e quindi anche ai trattamenti effettuati da polizia e autorità giudiziaria.

Sancendo che la raccolta e il trattamento dei dati deve avvenire secondo i principi di correttezza e liceità del trattamento, stabilisce che i dati devono essere raccolti e trattati solo in base a specifiche norme che ne autorizzano il trattamento automatizzato, per scopi legittimi e non devono essere utilizzati per scopi diversi dalla finalità originaria. Infine, non devono essere conservati oltre il tempo necessario per raggiungere lo scopo prefissato, prevedendo il divieto al trattamento di dati sensibili, quali la razza, le opinioni politiche e la salute, in assenza di adeguate garanzie giuridiche.

All’articolo 1 viene infatti trascritto “Scopo della presente Convenzione è quello di garantire, sul territorio di ciascuna Parte, ad ogni persona fisica, quali che siano la sua nazionalità o la sua residenza, il rispetto dei suoi diritti e delle sue libertà fondamentali, e in particolare del suo diritto alla vita privata, in relazione all’elaborazione automatica dei dati a carattere personale che la riguardano («protezione dei dati»)“.

Qui Comunicato Garante Privacy del 6/03/19






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