Community   |   Digitale   |   Digitalizzazione  

Pubblicato il

L’Italia guida la rivoluzione digitale europea: il modello del portale unico convince l’UE

L’Italia assume un ruolo di primo piano nell’implementazione del Single Digital Gateway (SDG), un’iniziativa dell’Unione Europea volta a creare un unico punto di accesso digitale ai servizi pubblici per cittadini e imprese all’interno dell’UE.
Il Single Digital Gateway è concepito per facilitare la mobilità transfrontaliera, consentendo ai cittadini comunitari di accedere a servizi quali l’acquisto e la registrazione di veicoli, l’iscrizione a istituti universitari, l’accesso alle cure sanitarie e l’avvio di attività imprenditoriali in qualsiasi Stato membro, attraverso procedure interamente digitalizzate.
L’Italia, sotto il coordinamento tecnico di AgID, ha completato tutte le attività previste, distinguendosi per il rispetto delle tempistiche stabilite dall’UE e per l’efficace armonizzazione dei servizi digitalizzati. Il Catalogo dei servizi italiano è già operativo, offrendo accesso a 19 procedure prioritarie individuate a livello europeo, corrispondenti a oltre 150 procedimenti amministrativi gestiti da 33 diverse Pubbliche Amministrazioni italiane.
Il Direttore Generale di AgID, Mario Nobile, ha sottolineato l’importanza di questo progetto, evidenziando come la semplificazione e l’armonizzazione di procedure diverse ed eterogenee rappresentino un passo fondamentale verso la realizzazione di una piena cittadinanza europea e la costruzione di un’Europa inclusiva, priva di barriere culturali o tecnologiche.
Il Single Digital Gateway è disciplinato dal Regolamento (UE) 2018/1724, che stabilisce la creazione di un punto di accesso unico per informazioni, procedure e servizi di assistenza a livello europeo. L’obiettivo principale è garantire che cittadini e imprese possano accedere facilmente a informazioni affidabili e completare procedure amministrative online, indipendentemente dal loro Stato membro di residenza.
L’implementazione del SDG prevede la digitalizzazione completa di 21 procedure amministrative prioritarie entro la fine del 2023, consentendo ai cittadini dell’UE di eseguire tali procedure interamente online, applicando il principio del “once-only”. Questo principio implica che le amministrazioni pubbliche raccolgano informazioni dai cittadini e dalle imprese una sola volta, condividendole poi tra loro per evitare richieste duplicate.
L’Italia ha affrontato con successo le sfide legate alla digitalizzazione e armonizzazione delle procedure amministrative, grazie a un coordinamento efficace tra AgID e le varie amministrazioni coinvolte. Il Catalogo dei servizi italiano non solo rispetta le direttive europee, ma rappresenta anche un modello di interoperabilità e collaborazione tra enti centrali e locali.
Lo stesso catalogo realizzato da AgID, funge da snodo per le PA italiane e raccoglie più di 150 procedimenti amministrativi sottesi alle 19 procedure ritenute prioritarie dall’Europa.
AgID ha inoltre coordinato le PA centrali e locali coinvolte durante la fase di integrazione tecnica dei sistemi e dei servizi con l’infrastruttura tecnica nazionale del SDG, consentendo così di ottenere una completa interoperabilità con i servizi offerti dalla Commissione Europe e dai restanti Stati Membri, mettendo a fattor comune le criticità amministrative più frequenti e contribuendo a creare un know-how diffuso sui temi della progettazione e monitoraggio dei servizi pubblici digitali.
L’Italia ha potuto così rispettare le scadenze previste dal Regolamento, distinguendosi in Europa tanto da essere premiata in più occasioni per gli sforzi profusi e per i risultati ottenuti nell’attuazione del progetto, fungendo da esempio e da supporto ai Paesi Membri ancora impegnati nell’implementazione del Single Digital Gateway. Ne è un’ultima testimonianza la lettera di congratulazioni firmata della Commissione Europea che ha sottolineato “gli enormi progressi compiuti dal team italiano”.
L’implementazione del SDG comporta il trattamento di una vasta quantità di dati personali, rendendo imprescindibile l’aderenza al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’UE. È fondamentale garantire che i dati personali siano trattati in modo lecito, corretto e trasparente, limitando la raccolta ai soli dati necessari e assicurando misure di sicurezza adeguate per proteggerli da accessi non autorizzati o perdite.
Inoltre, l’applicazione del principio del “once-only” richiede una particolare attenzione alla minimizzazione dei dati e alla loro accuratezza, assicurando che le informazioni scambiate tra le amministrazioni siano aggiornate e pertinenti. È altresì cruciale che i cittadini siano informati sui loro diritti in materia di protezione dei dati e sulle modalità per esercitarli, inclusi il diritto di accesso, rettifica e cancellazione dei propri dati personali.
L’iniziativa del SDG, e il riconoscimento dell’Italia come best practice europea nell’attuazione, rappresenta un risultato di grande rilievo per la strategia di trasformazione digitale della pubblica amministrazione. Tuttavia, oltre a sottolineare i meriti operativi, è necessario soffermarsi su alcune implicazioni sistemiche, giuridiche e istituzionali che emergono da tale successo.
In primo luogo, il modello italiano si segnala per la sua capacità di integrare eterogenei livelli amministrativi in una piattaforma interoperabile, superando la storica frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali, locali e settoriali. Questo rafforza il principio di once-only, rendendo concreta la possibilità per il cittadino europeo di non dover ripetere inutilmente la trasmissione di dati e documenti alle amministrazioni. In un’ottica di diritto amministrativo europeo, ciò può essere letto come attuazione pratica del principio di efficienza e di semplificazione procedimentale (art. 41 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE).
Non va sottovalutata, inoltre, l’importanza della trasparenza nei confronti degli utenti. Il portale SDG non deve essere solo una vetrina di servizi, ma anche uno strumento di accountability e empowerment del cittadino digitale. Informative chiare, meccanismi di esercizio dei diritti e tracciabilità delle operazioni sono essenziali per rafforzare la fiducia istituzionale.
Infine, dal punto di vista geopolitico e di digital sovereignty, il ruolo guida dell’Italia nella realizzazione del portale unico rafforza la sua posizione all’interno dell’ecosistema europeo dei dati e delle infrastrutture digitali. Si tratta di una posizione da consolidare, anche in vista del coordinamento con altre grandi iniziative UE, come l’European Digital Identity Wallet, l’European Health Data Space e l’attuazione delle disposizioni della normativa NIS2 e del Cyber Resilience Act.
In conclusione, il riconoscimento ottenuto non è solo simbolico, ma rappresenta un concreto avanzamento verso un’amministrazione pubblica europea più aperta, interconnessa, trasparente e responsabile. Occorre ora garantire la sostenibilità giuridica e tecnologica di questo modello, promuovendo una cultura istituzionale orientata alla qualità, alla sicurezza e alla centralità del cittadino.






Correlati


torna all'inizio del contenuto