Buone Pratiche   |   Community   |   GDPR e Dlgs 196/2003  

Pubblicato il

Codice privacy: la semplificazione antisistema

Siamo ormai prossimi all’appuntamento del 25 maggio per il recepimento del Regolamento europeo sulla privacy 2016/679 (noto anche come “GDPR”, General Date Protection Regulation).

Da tale data il Regolamento sarà immediatamente vincolante e direttamente applicabile in ogni sua parte, non incidendo sull’efficacia della nuova normativa il giudizio sulla compatibilità dello schema di decreto legislativo, adottato in base alla Legge delega 163/2017 per l’adeguamento del quadro normativo nazionale alle nuove disposizioni.

Chiare le indicazioni della Commissione Europea: il Regolamento deve restare testo a sé stante e non può essere incorporato in un testo normativo nazionale.

Prendendo le mosse dal Regolamento, due le tipologie di norme: le disposizioni che non modificano radicalmente i contenuti della legge italiana, ma la innovano parzialmente oppure la precisano e le disposizioni completamente innovative sotto il profilo sostanziale.

Come procedere? Stavolta una scelta “anti-sistema”: semplificare e chiarire.

Invero, nel rispetto della delega che prevede l’abrogazione delle disposizioni del Codice privacy incompatibili con il Regolamento europeo, la modifica del Codice, nonché il coordinamento del quadro normativo, in osservanza del principio generale di semplificazione e riassetto normativi (ex art. 13 l.167/2017),  si è scelto di trasferire le disposizioni rimanenti all’esito della verifica di compatibilità del Regolamento col Codice per la protezione dei dati personali, nel decreto di adeguamento.

Sul unto, Gisella Finocchiaro, presidente della Commissione incaricata di adeguare la normativa italiana in materia di dati personali al Regolamento Ue 679/2016 ha così spiegato perché abrogare il Codice della privacy sia in realtà la scelta migliore: “Abrogare o non abrogare il Codice per la protezione dei dati personali non significa elevare o diminuire la tutela giuridica. Il diritto alla protezione dei dati personali, si è scritto all’inizio di questo pezzo, è patrimonio giuridico europeo. Il Codice è comunque sostituito dal Regolamento europeo per la maggior parte dei suoi articoli. Mantenere ciò che resta è una questione di tecnica normativa. La scelta più razionale sembra quella di avere due testi normativi e non tre. Ed è la scelta che rende il coordinamento più semplice per tutti gli interpreti e gli operatori. Ma che resti un Codice in gran parte abrogato non comporta di per sé una maggiore protezione, né il contrario”.

In un’analisi complessiva del sistema italiano, che voglia guardare ad altri noti settori alla ribalta normativa – uno fra tutti, quello degli appalti –  sembrano emergere due letture di semplificazione antitetiche: abrogazione versus codificazione (!!).

Non sarebbe forse stato auspicabile applicare tale modus operandi anche altrove?






Correlati


torna all'inizio del contenuto