È online il Vademecum dell’Agenzia per l’Italia Digitale sulla nomina del Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD) e sulla costituzione dell’Ufficio Trasformazione Digitale (UTD) in forma associata, destinato alle pubbliche amministrazioni diverse dalle amministrazioni dello Stato (come previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale all’art. 17 comma 1 septies).
Il Responsabile per la Transizione Digitale nasce con la riforma Madia (d.lgs. n. 179/2016) che con l’art. 15 riformulava l’art. 17 del CAD, prevedendo che “le pubbliche amministrazioni garantiscano l’attuazione delle linee strategiche per la riorganizzazione e la digitalizzazione dell’amministrazione definite dal Governo in coerenza con le regole tecniche di cui all’art. 71 del CAD, attraverso l’affidamento ad un unico ufficio dirigenziale generale della transizione alla modalità operativa digitale e dei processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di una amministrazione digitale aperta”. In precedenza, difatti, si parlava sempre di un unico ufficio dirigenziale generale, ma responsabile solo del coordinamento funzionale.
Con l’avvento della più recente riforma del CAD (d.lgs. n. 217/2017) il relativo art. 17 oltre a sostituirne la rubrica, ha apportato modifiche di drafting al comma 1 dell’articolo 17 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, prevedendo anche nuovi compiti di questa figura dirigenziale.
Nel complesso, quindi, le funzioni di questo ufficio sono:
a) coordinamento strategico dello sviluppo dei sistemi informativi, di telecomunicazione e fonia, in modo da assicurare anche la coerenza con gli standard tecnici e organizzativi comuni;
b) indirizzo e coordinamento dello sviluppo dei servizi, sia interni che esterni, forniti dai sistemi informativi di telecomunicazione e fonia dell’amministrazione;
c) indirizzo, pianificazione, coordinamento e monitoraggio della sicurezza informatica relativamente ai dati, ai sistemi e alle infrastrutture anche in relazione al sistema pubblico di connettività, nel rispetto delle regole tecniche di cui all’articolo 51, comma 1;
d) accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici e promozione dell’accessibilità anche in attuazione di quanto previsto dalla legge 9 gennaio 2004, n. 4;
e) analisi periodica della coerenza tra l’organizzazione dell’amministrazione e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, al fine di migliorare la soddisfazione dell’utenza e la qualità dei servizi nonché di ridurre i tempi e i costi dell’azione amministrativa;
f) cooperazione alla revisione della riorganizzazione dell’amministrazione ai fini di cui alla lettera e);
g) indirizzo, coordinamento e monitoraggio della pianificazione prevista per lo sviluppo e la gestione dei sistemi informativi di telecomunicazione e fonia;
h) progettazione e coordinamento delle iniziative rilevanti ai fini di una più efficace erogazione di servizi in rete a cittadini e imprese mediante gli strumenti della cooperazione applicativa tra pubbliche amministrazioni;
i) promozione delle iniziative attinenti l’attuazione delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie;
j) pianificazione e coordinamento del processo di diffusione, all’interno dell’amministrazione, dei sistemi di identità e domicilio digitale, posta elettronica, protocollo informatico, firma digitale o firma elettronica qualificata e mandato informatico, e delle norme in materia di accessibilità e fruibilità nonché del processo di integrazione e interoperabilità tra i sistemi e servizi dell’amministrazione e quello di cui all’articolo 64-bis;
j-bis) pianificazione e coordinamento degli acquisti di soluzioni e sistemi informatici, telematici e di telecomunicazione al fine di garantirne la compatibilità con gli obiettivi di attuazione dell’agenda digitale e, in particolare, con quelli stabiliti nel piano triennale.
In considerazione, quindi, degli innumerevoli compiti che vengono attribuiti al predetto ufficio è evidente che si richiedano, almeno per il responsabile, come specificato dalla norma, delle adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali e tenuto conto della stessa delicatezza della funzione, lo stesso responsabile dovrà rispondere, con riferimento ai compiti relativi alla transizione alla modalità digitale, direttamente all’organo di vertice politico.
A partire dal fondamentale ruolo strategico della figura del RTD nelle PA e dal connesso obbligo di nomina, sancito appunto dall’art. 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale, il Piano triennale per l’informatica della pubblica amministrazione, fin dalla sua edizione 2019-2021, ha attribuito ulteriore centralità alla figura del Responsabile, individuando una serie di azioni finalizzate ad innescare un processo di mutua collaborazione tra RTD, attraverso la creazione di un modello di rete che possa stimolare il confronto, valorizzare le migliori esperienze e favorire la condivisione di conoscenze e di progettualità.
In particolare, nell’edizione 2024-2026 nel capitolo 1 si afferma che “occorre istituire, ove non sia stato già fatto, l’Ufficio per la transizione al digitale, in forma singola o associata, con conseguente nomina del Responsabile per la transizione digitale (RTD) … Per le PA diverse da quelle centrali è possibile ricorrere all’istituzione di UTD associati a livello di Unione di Comuni o attraverso lo strumento della convenzione tra amministrazioni, con eventuale coinvolgimento di Province, Regioni, Province autonome e loro società in house”.
Inoltre, il Piano triennale per l’informatica nella PA 2024-2026 ha introdotto due nuovi principi guida: il principio della sostenibilità digitale, in base al quale le pubbliche amministrazioni devono considerare l’intero ciclo di vita dei propri servizi e la relativa sostenibilità economica, territoriale, ambientale e sociale, anche ricorrendo a forme di aggregazione; il principio di sussidiarietà, proporzionalità e appropriatezza della digitalizzazione, per cui lo Stato deve intraprendere iniziative di digitalizzazione solo se sono più efficaci di quelle a livello regionale e locale, e in base alle esigenze espresse dalle amministrazioni stesse, limitandosi negli altri casi a quanto necessario per il coordinamento informatico dei dati, e, al tempo stesso, le singole amministrazioni devono garantire l’appropriatezza delle iniziative di digitalizzazione portate avanti autonomamente, cioè in forma non condivisa con altri enti al livello territoriale ottimale rispetto alle esigenze preminenti dell’azione amministrativa e degli utenti dei servizi pubblici.
Le attività di governance della trasformazione digitale rappresentano azioni fondamentali della figura del RTD, soprattutto con riferimento al ruolo di raccordo e interfaccia con altre amministrazioni ed enti di livello locale e nazionale.
In questo contesto, si è ritenuto strategico attivare e mettere a disposizione degli RTD specifici strumenti per favorire percorsi di condivisione e conoscenza delle migliori pratiche adottate dalle Amministrazioni, sia individualmente sia in forma aggregata; a tale scopo risponde la costituzione di differenti community tematiche e territoriali realizzate nell’ambito della piattaforma ReTeDigitale.gov.it. La community tematica dedicata al Laboratorio per la nomina dell’RTD in forma associata si pone proprio l’obiettivo di favorire la conoscenza e condivisione di buone pratiche già adottate e supportare l’attuazione dei processi di trasformazione digitale in linea con la strategia nazionale e con le previsioni del Piano triennale per l’informatica nella PA.
Il Vademecum è stato elaborato nell’ambito del Laboratorio per la nomina associata del Responsabile per la transizione digitale (RTD) previsto nel Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2022-2024, ed è stato individuato come Target del Piano Triennale 2024-2026.
Il vademecum è stato redatto da un gruppo di lavoro coordinato da AgID e composto dalle amministrazioni ed dagli enti partecipanti al laboratorio “Nomina del Responsabile per la Transizione al Digitale in forma associata”, con il contributo dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), del Dipartimento Affari Regionali e Autonomie (DARA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’Unione Province d’Italia (UPI).
Il documento, quindi, vuole fornire indicazioni e strumenti funzionali alle amministrazioni che intendono valutare l’opzione della nomina associata di RTD e UTD. Nello stesso momento, propone esempi e modelli che possono fornire spunti funzionali anche a soluzioni di nomina in forma associata di RTD e/o UTD già adottate.
Il Vademecum si propone come strumento operativo per favorire la nomina del Responsabile per la transizione digitale e del relativo Ufficio nel quadro più ampio dell’associazionismo tra enti in materia di trasformazione digitale, illustrandone i vantaggi, i requisiti, nonché le modalità per costituire o aderire a un Ufficio in forma associata, o per rendere maggiormente integrate realtà collaborative già esistenti; in quest’ottica il Vademecum può rappresentare un percorso che agevola la concreta attuazione del principio della sostenibilità digitale.
Dopo aver introdotto i diversi modelli di collaborazione tra enti e il relativo contributo alla digitalizzazione, sono evidenziate le determinanti per una cooperazione di successo e per una gestione integrata della trasformazione digitale.
Il documento contiene anche un quadro descrittivo sullo stato dell’arte delle nomine dei RTD e della gestione associata della funzione ICT e dell’UTD nelle Unioni di Comuni. Inoltre, fornisce un format di convenzione tra enti per la nomina associata del RTD che ciascuna amministrazione potrà utilizzare e adattare al proprio contesto.