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Il prezioso apporto dell’IA per gli enti pubblici alla luce del recente DDL italiano

Il recente disegno di legge sull’IA approvato dal Governo individua criteri regolatori capaci di riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio, al loro sottoutilizzo o al loro impiego dannoso.

Inoltre, introduce norme di principio e disposizioni di settore che, da un lato, promuovano l’utilizzo delle nuove tecnologie per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e della coesione sociale e, dall’altro, forniscano soluzioni per la gestione del rischio fondate su una visione antropocentrica.

In quest’ottica, il disegno di legge non si sovrappone al Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale approvato lo scorso 13 marzo dal Parlamento Europeo, di prossima emanazione, ma ne accompagna il quadro regolatorio in quegli spazi propri del diritto interno, tenuto conto che il regolamento è impostato su un’architettura di rischi connessi all’uso della intelligenza artificiale.

Il DDL introduce misure significative per l’uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione. Queste disposizioni sono intese a incrementare l’efficienza delle operazioni amministrative, ridurre i tempi di procedimento e migliorare la qualità e la quantità dei servizi forniti ai cittadini e alle imprese.

In particolare si tende verso una gestione più agile e informatizzata della pubblica amministrazione mediante l’adozione di tecnologie IA. Queste tecnologie dovrebbero permettere di elaborare e definire le procedure amministrative in modo più rapido ed efficace, potenzialmente riducendo i costi operativi e migliorando l’accesso ai servizi per i cittadini. L’IA può essere utilizzata per personalizzare i servizi offerti ai cittadini, adattandoli alle esigenze individuali. Questo può aumentare significativamente la soddisfazione del cittadino e l’efficacia dei servizi pubblici.

L’IA può automatizzare processi ripetitivi e a basso valore aggiunto, liberando il personale per compiti più strategici e complessi. Questo non solo accelera i tempi di risposta nei servizi pubblici, ma migliora l’efficienza generale.

Inoltre I sistemi di IA sono capaci di analizzare grandi volumi di dati per identificare tendenze, fare previsioni e fornire raccomandazioni basate su dati. Questo può aiutare i funzionari pubblici a prendere decisioni più informate e basate su evidenze concrete, specialmente in settori critici come la pianificazione urbana, la sanità pubblica e la gestione delle emergenze.

Il disegno di legge sottolinea la trasparenza nell’uso dell’IA, richiedendo che le decisioni prese con il supporto di queste tecnologie siano spiegabili e tracciabili. Questo può aumentare la fiducia dei cittadini nelle decisioni comunali e promuovere una maggiore partecipazione civica, garantendo che le tecnologie siano utilizzate in modo aperto e responsabile.

L’articolo 13 del DDL impone anche che l’utilizzo dell’IA avvenga in maniera che supporti e non sostituisca il giudizio umano, specialmente in attività decisionali. Questo principio cerca di prevenire la possibile erosione dell’autonomia e della responsabilità umana nelle decisioni significative, assicurando che l’intelligenza artificiale agisca come uno strumento di supporto piuttosto che come un decisore autonomo.

Per i comuni, l’IA offre opportunità per migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici per tutti i cittadini, inclusi anziani e persone con disabilità. Tecnologie come l’assistenza virtuale e le interfacce utente adattive possono rendere i servizi comunali più accessibili a chi ha diverse esigenze.

Inoltre, sono previste misure per garantire che l’implementazione dell’IA nella pubblica amministrazione non solo avvenga in modo responsabile, ma che ci sia anche un impegno attivo nella formazione del personale. La formazione è intesa a sviluppare le competenze necessarie per utilizzare efficacemente l’IA, così come per gestire le interazioni tra le tecnologie automatizzate e i processi decisionali umani.

L’IA può aiutare i comuni anche a gestire in modo più efficiente le risorse naturali e le infrastrutture, come acqua, energia e rifiuti. Sistemi intelligenti possono prevedere la domanda di risorse e ottimizzare la loro distribuzione e utilizzo, contribuendo a strategie di sostenibilità a lungo termine.

L’intelligenza artificiale può migliorare la sicurezza pubblica attraverso sistemi avanzati di sorveglianza e analisi predittiva per prevenire crimini o gestire le risposte alle emergenze. I comuni possono utilizzare l’IA per monitorare in tempo reale le aree critiche e coordinare meglio le risposte in caso di incidenti o calamità naturali.

IL DDL introduce la Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, il documento che garantisce la collaborazione tra pubblico e privato, coordinando le azioni della pubblica amministrazione in materia e le misure e gli incentivi economici rivolti allo sviluppo imprenditoriale ed industriale. I risultati del monitoraggio vengono trasmessi annualmente alle Camere.

Il disegno di legge in altri termini rappresenta un tentativo significativo di modernizzare e migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione attraverso l’utilizzo consapevole e controllato dell’intelligenza artificiale.

Tuttavia, la realizzazione di questi obiettivi dipenderà dalla capacità di attuare efficacemente le disposizioni del disegno di legge, inclusa la formazione adeguata dei funzionari pubblici e la manutenzione di standard elevati di trasparenza e responsabilità.

Non bisogna dimenticare che l’adozione dell’IA nella pubblica amministrazione non è priva di sfide. Le preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza dei dati sono significative, dato il volume e la sensibilità delle informazioni gestite. Inoltre, c’è il rischio che la dipendenza dall’IA possa portare a una “scatola nera” decisionale, dove non è chiaro come vengono prese le decisioni.

Da LeAutonomie.it






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