Il Garante privacy punisce

Con comunicato stampa del 25 gennaio 2024, il Garante per la protezione dei dati personali rende noto di aver irrogato, nei confronti del Comune di Trento, una sanzione di 50.000 euro ordinando, altresì, di cancellare i dati trattati in violazione di legge nell’ambito dei progetti di ricerca scientifica Marvel e Protector. Prima di scendere nel merito delle anomalie riscontrate, l’amministrazione indipendente ha precisato che il primo progetto (“Multimodal Extreme Scale Data Analytics for Smart Cities Environments”) prevedeva l’acquisizione di filmati dalle telecamere di videosorveglianza già installate nel territorio comunale per finalità di sicurezza urbana, nonché dell’audio ottenuto da microfoni appositamente collocati sulla pubblica via; mentre, invece, il secondo (“PROTECTing places of wORship”), l’acquisizione dei filmati di videosorveglianza (senza segnale audio), la raccolta e l’analisi di messaggi e commenti d’odio pubblicati sui social, rilevando eventuali emozioni negative ed elaborando informazioni d’interesse per le Forze dell’ordine.

Come si diceva, comunque, all’esito dell’istruttoria, sono state addebitate diverse condotte irregolari al Comune di Trento. In particolare, esso: 1) non avrebbe comprovato la sussistenza di alcun quadro giuridico idoneo a giustificare i trattamenti dei dati personali (e la conseguente ingerenza nei diritti e nelle libertà fondamentali delle persone) [1]; 2) avrebbe utilizzato delle tecniche insufficienti per la loro anonimizzazione [2] ; 3) avrebbe descritto incompiutamente i trattamenti nelle informative di primo e di secondo livello (e non solo); 4) avrebbe omesso di effettuare la valutazione d’impatto prima di iniziare il trattamento.

In definitiva, quindi, l’amministrazione locale avrebbe ignorato la capacità di «simili forme di sorveglianza negli spazi pubblici di modificare il comportamento delle persone e condizionare anche l’esercizio delle libertà democratiche».


[1] Quest’ultimi condivisi anche con soggetti terzi, tra cui i partner di progetto.

[2] L’ anonimizzazione era finalizzata a ridurre i possibili rischi di reidentificazione degli interessati.

 

Da LeAutonomie.it






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